Associazione culturale Canticorum

Repertorio

  • Musica sacra

    • Salmo XVIII Coeli narrant Gloriam Dei

      Benedetto Marcello

      Il testo musicato da Benedetto Marcello è una Parafrasi poetica del Salmo 18 composta dal patrizio veneziano Girolamo Ascanio Giustiniani (1697-1749), in una versione linguistica – avvertono il poeta e il compositore – non sempre «rigorosa e castigata».

      La parafrasi del Salmo è divisa in cinque sezioni che presentano la caratteristica alternanza di andamenti contrastanti. Tralasciando un’analisi sia pure sommaria di ciascuno, è d’immediato impatto il tema giubilante d’esordio che esprime l’esplodere dello stupore dinanzi alla magnificenza e l’immensità dei cieli. Tale stupore si trasforma inevitabilmente in gioioso inno di lode e di ringraziamento. La bellezza e la regolarità del cosmo, del resto, sono il segno inciso nel creato della fedeltà amorosa di Dio che dona alle sue creature l’essere e la vita, l’acqua e il cibo, la luce e il tempo.

      Il testo, nonostante la sovrapposizione di varie voci, rimane quasi sempre percepibile: ciò è dovuto alla scelta del compositore di adottare uno stile che non ricerca tanto i virtuosismi canori quanto la chiarezza del madrigale cinquecentesco.

      È noto come il Sole, paragonato nelle ultime strofe cantate a un atleta che, una volta levatosi, non conosce sosta o stanchezza, possa ragionevolmente essere figura di Gesù che fa il proprio ingresso nella pienezza della vita nuova della risurrezione. Adottando questa chiave di lettura, si comprende di più l’aderenza musicale del tema concitato e brillante all’ultima terzina: «Non v’è mare, non terra, non popolo […] cui non giunga il calor […] benefico»… di Cristo risorto!